Il Cardinale
Bartolomeo de Uliariis
Legato Apostolico a Gaeta dal 1393 al 1396
Da una ricerca fra le foto ed i testi storici e sul Web
Nell’estate del 1996, in visita al Castello Angioino di Gaeta, da poco sistemato ed aperto al pubblico, era un evento importante per chi era nato a Gaeta. Il famoso carcere militare, che si sentiva nominare solo nei film “ Ti mando a Gaeta”. Era impenetrabile, zona militare, solo se ci si accostava dal lato mare con la barca “ gira al largo, gira a largo” le voci dei soldati di guardia. Dopo 40 anni, avevo la possibilità di vedere cosa nascondevano le sue mura. Fu che in quel’ occasione che acquistai un libro che parlava della storia della nostra città. Un caso, ma fra le prime pagine aperte “ il fondaco dei Sali ”, conoscevo bene cosa era, il suo stemma si trova sulla facciata del palazzo in cui abito dal 1979. Quello che mi colpì, che 120 anni prima durante dei lavori, era stata trovata una cassa di marmo, il sepolcro di un Abate “Bartolomeo de Uliariis da Padova”. Dovevo conoscere la sua storia, perché era a Gaeta, chi era, anche perchè alcune persone anni prima mi avevano raccontato che stranamente fra quelle mura vedevano in sogno un monaco, uno bravo, che dava i numeri da giocare al lotto o raccontava delle storie………………………….………… ecco cosa ho trovato sfogliando la storia.
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“MEMORIE STORICHE DELLA CITTA’ DI GAETA”
Conte di Castelmola D. Onorato Gaetano d’Aragona
CAPO XIV
<< Qui, in Gaeta da tempi remoti esisteva un Fondaco dei sali,che fino al 1752 stava in un basso del palazzo Guastaferri: ma quando in quell’epoca il Governo dei Borboni fece costruire nel regno quattro fondaci di deposito de’ sali, che furono, Napoli, Salerno, Gaeta e Castellammare, il detto deposito passò in questo edificio che sta al largo del Municipio.
Infatti, sul cornicione del fondaco di Gaeta vi è una pietra a guisa di stemma, in cui sta scritto: “Governo de’ sali de’ quattro fondaci”.
Nel restauro di esso, eseguitosi nell’anno 1872, questa pietra, per isbaglio, fu messa sul culmine del fabbricato, mentre doveva mettersi in cima al bel portone di marmo. E’ vero, che tutto il detto fabbricato apparteneva al Demanio dello Stato; ma esso è composto da due piani.
Il pian terreno è adibito a fondaco de’ sali, ed il superiore serviva per magazzino di deposito de’ grani per l’annona della città e sul cui cornicione sta scritto: “Almae Cereri“. S’ignora come dal Comune sia passato al Demanio, il quale vi ha tenuto il panificio militare fino a pochi anni fa, quando, costruitosi nel Castello nuovo un grande panificio per la truppa, restò vuoto, ed il predetto Demanio l’ha alienato.
“Sul lato destro del fabbricato, la condotta che serviva per caricare i carri di grano”
L’acquirente cominciò a farvi dei restauri, e nel demolire un muro intermedio, trovò una cassa di marmo rettangolare lunga due metri e larga ed alta una rotta nel lato sinistro, che ivi era stata posta a base del muro. Dalle iscrizioni che vi stanno scolpite risulta essere questo il sepolcro di Bartolomeo de Uliaris da Padova Abate Cassinese della Trinità di Gaeta morto il 16 aprile 1396. La cassa è stata trovata vuota, e chi sa come dalla chiesa del monastero sia stata costà trasportata. >>
Il Cardinale Bartolomeo de Uliariis
(Fonte)http://it.wikipedia.org/wiki/Bartolomeo_Uliari
Il chiostro del Convento di Ognissanti in Firenze
(Fonte) http://www.flickr.com/photos/d_cherubini/3179746565/
<< Di origine padovana, apparteneva all’Ordine francescano, fu nominato vescovo di Ancona nel 1381. Nel frattempo a Firenze si era in cerca di un nuovo vescovo dopo l’elezione dell’Acciaiuoli a cardinale, ed i nomi più caldeggiati erano Luigi Marsili, Francesco Zabarella o Onofrio Visdomini, personaggi legati in diversa maniera alla città, ma nella sorpresa generale fu nominato Bartolomeo Uliari da papa Urbano VI il 9 dicembre 1385.
Sebbene fosse un personaggio con un’alta fama in teologia e lettere, fu ignorato dalla città, tanto che Angelo Acciaiuoli continuò a svolgere l’attività di vescovo almeno fino al 1387.
Allora papa Bonifacio IX, non volendo forzare una situazione delicatissima in città fatta di un fragile equilibrio fra le fazioni rivali, decise di nominarlo cardinale e nunzio apostolico a Napoli, dove era rifugiato lo scismatico antipapa Clemente VII. (18 dicembre 1389, con il titolo di cardinale presbitero di Santa Pudenziana).
Un bassorilievo che lo rappresenta si trova sotto l’Altare della tomba di Sant’Antonio da Padova nella omonima basilica. >>
Il titolo cardinalizio di Santa Pudenziana, (fu eretto intorno nel 112 da papa Alessandro I in sostituzione di quello di San Pudente che insisteva sul luogo dove aveva dimorato intorno al 42 San Pietro).
BARTHOLOMAEUS DE ULIARIIS
(Fonte) ARALDICA VATICANA
http://www.araldicavaticana.com/cardU.htm
The Cardinals of the Holy Roman Church
Biographical Dictionary
Pope Boniface IX (1389-1404)
Consistory of December 18, 1389 (I)
<< Nato a Padova nel 1320 circa, da una famiglia illustre . Figlio di Michele de Uliariis, aveva tre fratelli , Iacopo , Francesco e Bondo , che era il 19 ° abate del monastero benedettino di Mosacio . Il suo cognome è anche conosciuto come Juliari , Giuliari , Oleari , Uliari , Uliarii , Ularii , Ulariis , Uliario , Oleari , Oléaris , Olieri e Olivieri .
Lo chiamavano anche “ il Cardinale Padovano” .
Studiò presso l’Università di Padova (Divina ed Umane Scienze ed ottenne il dottorato in filosofia) . Entrato nell’Ordine dei Frati Minori ( Francescani ), presso il convento di Padova annesso al monastero che è la basilica di S. Antonio di Padova. Ha conseguito il dottorato in diritto canonico ( decretorum ) e probabilmente anche in teologia.
Ha insegnato in diversi conventi del suo ordine . Tra le opere da lui scritte ci sono: Quodlibeta Theologica , (oggi perduto) ; Commentaria in quatuor Evangelia , e Sermones de Tempora , et de Sanctis . Cercando di porre rimedio ai problemi dottrinali e morali causati dal Grande Scisma in Italia , si dedicò alla predicazione in diverse città e paesi della Lombardia, Toscana e Marche .
Nel 1380, alla morte del vescovo di Ancona , Giovanni Tedeschi pregò il Papa Urbano VI , di nominare Bartolomeo Oleario , come suo successore .
Il pontefice acconsentì alla richiesta, e Bartolomeo Oleario (Uliariis). fu eletto vescovo di Ancona nel 1381 . A causa dei tumulti causati dagli scismatici , dovette rifugiarsi in Toscana.
Fu nominato arcivescovo di Creta nel 1383 , ma non è riuscì ad occuparne la sede .
Nel 1385 , predicò a Firenze dove era molto stimato dai cittadini . Quando il cardinale Angelo Acciaioli lasciò la sede di Firenze , il popolo proclamò Bartolomeo de Iuliariis, suo nuovo vescovo, e Papa Urbano VI approvò l’elezione . Fu trasferito alla sede di Firenze, dal 9 Dicembre 1385 ed occupò la sede fino alla sua promozione a cardinale , nel frattempo ha mantenuto la sede di Ancona.
Fu ordinato cardinale prete di S. Pudenziana nel concistoro del 18 Dicembre 1389
Nel 1393 è stato nominato primo abate commendatario dell’abbazia di S. Cristoforo di Castel di Durante, nella diocesi di Urbino.
Poco dopo in quello stesso anno , fu nominato Legato nel regno di Napoli , un feudo della Santa Sede , il cui re era Ladislao , figlio del re Carlo III di Durazzo .
Il papa, volendo restituire il regno all’obbedienza del re Ladislao e per fermare la divisione interna causata dallo scisma , mandò il cardinale Bartolomeo De Iuliariis come suo legato a Napoli , con ampi poteri .
Il cardinale aveva avuto molto successo nella sua missione e fu inviato anche a Gaeta , dove il re Ladislao aveva cercato protezione. Mentre era a Gaeta , gli è stato chiesto dal Papa di recarsi dal re Martino I di Sicilia , che aveva favorito il partito del antipapa Benedetto XIII , per invitarlo a Roma. Quando il cardinale stava per lasciare Gaeta per la sua nuova missione , si ammalò gravemente e morì il 16 aprile 1396. Il funerale ha avuto luogo nella chiesa dei Francescani, dove è stato sepolto. >>
(Fonte) – http://www2.fiu.edu/~mirandas/bios1389.htm
NOTIZIE ISTORICHE DELLE CHIESE FIORENTINE
TOMO SEFTO
>> Il quarto Cardinale tra nostri Vescovi fu, Bartolommeo Uliari da Padova Frate dell’ Ordine de’ Minori, ma non Generale, come per isbaglio affermò l’ Ughelli e dietro di lui il Cerracchini.
Dal Vescovado d’Ancona passò alla Sede Fiorentina nel 1387, per l’elezione di Bonifazio IX, che lo creò Cardinale nel 1389, per rimunerazione de singolari meriti fattisi colla sua singolare dottrina, ed ammirabile integrità di costumi. Per la brevità del suo governo in Firenze, scarse memorie di lui si hanno, ci è però rimasta una lettera della Repubblica scritta ai Veneziani da Coluccio Salutati, la quale in poco contiene tale Elogio di questo Vescovo, che ci costringe a credere che egli si facesse de’ gran meriti coi Fiorentini, il principio della lettera è il seguente:
Magnifici ist Excelfi Domini Fratres & Amici ChariJJlmi Renjerendus in Chriflo F Bartol Epifcopus Nojler vir tutibus & fantlitate fua tantum apud Kos claruit at que claret quod uni verfus Nojler Populus ipfum non fo lum rendere tur ut Fraefulem fed tamqttam fuum diligit Genitorem & in tali tantaque redundantia charitatir quod non contenti fumus ipfum in fua fola perfona dili gere fed ex immenjìtate fernjoris etiam ad fibi coniunElas oportet Nos huiufmodi diletlionis incendi um ampliare qua jropter fac Datum Fior 25 Decembrit 12 Ind 1388 fac Datum Fior 25 Decembrit 12 Ind 1388
Dal suddetto Pontefice, l’Uliari fu mandato a Napoli, come Legato Apostolico acciocché procurasse alla Chiesa la riunione, ed ubbidienza di quel Regno che se n’era separato nello Scisma cagionato dall’Antipapa Clemente VII ma in quella legazione egli morì in Gaeta e fu sepolto nella Chiesa dei suoi Frati con un epitaffio in lapida, che contiene parecchi versi e la seguente memoria <<
Foto da una ricostruzione amatoriale che non costituisce fonte storica
STORIA E LETTERATURA
– RACCOLTA DI STUDI E TESTI –da pag. 237 a 254
di Augusto Campana
>> di – Bartolomeo Uliario – padovano, nato a quanto sembra intorno al 1320, dei Frati Minori, maestro di teologia e di diritto canonico nel suo convento, oratore sacro, Vescovo di Ancona dal 1381, poi di Firenze dal 1385 al 1389, fatto Cardinale il 18 dicembre di quell’anno, morto a Gaeta il 16 aprile 1396, non importa qui parlare a lungo. (1) Ma alle notizie della sua carriera ecclesiastica, si può aggiungere che, tra Ancona e Firenze, era stato nominato Arcivescovo di Creta, ( sede che non poté effettivamente occupare),conservando in Commenda la sede di Ancona.
Il Cardinale Padovano, morì in quella legazione, a Gaeta, il 16 aprile 1396. Questa data è accertata dall’epitaffio, che si dice conservato nella Chiesa dei Frati Minori di Gaeta, (San Francesco) ma che invece è andato distrutto da lungo tempo. Bastano le notizie fornite sulla Chiesa e Monastero da Onorato Gaetani d’Aragona – “Memorie storiche della città di Gaeta” (1885) e dal Monsignore Salvatore Leccese, che mi conferma che del Monastero non resta traccia e ne segnala una antica descrizione. (allegato 2)
BOLLA di Urbano VI – Genova 4 dicembre 1385 – il papa Urbano VI ordina al Capitolo della Chiesa di Ancona di prestare obbedienza a Guglielmo de Vinca, monaco del Monastero di Subiaco, vescovo eletto, da lui nominato alla sede di Ancona in seguito al trasferimento di Bartolomeo Uliari, già vescovo di Ancona, poi trasferito alla sede Arcivescovile di Creta, con la concessione in commenda, ed ora trasferito alla sede Vescovile di Firenze, con revoca della detta commenda. Dichiara di approvare, la sentenza che il nuovo vescovo emetterà contro i ribelli.
(1 )- Bastano le notizie fornite sulla chiesa e monastero, da O. Gaetani D’aragona Conte di CastelMola >>
NOTIZIE di Girolamo Gattola sulla Tomba
del Cardinale Padovano
<< Un erudito locale,della seconda metà del secolo XVIII Girolamo Gattola, lasciò tra l’altro una voluminosa opera inedita “ LE MEMORIE ISTORICHE DELLA FEDELISSIMA CITTA’ DI GAETA” qui pubblicò il passo in cui è descritta la tomba del Cardinale Padovano, nella chiesa di San Francesco e sono riportate le sue iscrizioni. Queste come si è detto sopra, sono conosciute anche da altre fonti, ma la descrizione del monumento,andato totalmente perduto, è forse la sola che rimane.
Mi servo del manoscritto, che sembra autografo, dalla biblioteca dell’Abbazia di Monte Cassino, mss 854-855, vol II, ss 187v – 188r. – Un’altra copia è posseduta dal Mons. Salvatore Leccese a Gaeta. Una terza la possedeva Pietro Fedele; andata perduta nelle vicende belliche che distrussero nel 1943 le collezioni da lui conservate presso la Torre di Pandolfo Capodiferro, alla foce del Garigliano. >>
(25) – G. Gattola – Memorie Istoriche della fedelissima città di Gaeta, II vol. pag. 307 copia Leccese
Cortile dell’Oratorio Salesiano – la casa del Mons Guerra con i due Leoni
Sulla cassa sono scolpite le arme (gentilizie canc.) di questo Porporato ed attorno si legge la seguente iscrizione:
HIC IACET REVERENDISS IN CHRISTO PATER D. BARTHOLOMAEVS DE VLIARIIS DE PADVA
DEI GRATIA TITVLO S PVDENTIANAE PRAESB CARD PADVANVS
REGNI SICILIAE APOSTOLICAE SEDIS LEGATVS QVI OBHT
DIE XVI APRILIS ANNO MCCCXCVI
INDICTIONE VI 310
Nel frontispizio poi della medesima cassa leggesi in versi questa altra iscrizione
VNICA CARDINEI FUERAS
CARDINALIS PADUANI PERSUASIO
AD SER COLLUTIUM
UT EPISTOLAS SUAS RECOLIGAT
COMMENDANS STILUM
SUUM IPSUMQUE CASSIODORO ANTEPONENS
(Fonte) Classical Mediaeval and Reinassance Studies in honor of Berthold …_
NELLA NAVIGAZIONE CI SONO ALCUNE PAGINE IN BIANCO OCCORRE SALIRE O SCENDERE PER LEGGERE IL TESTO
Dal capitolo 13 delle “MEMORIE STORICHE DELLA CITTA’ DI GAETA”
Conte di Castelmola D. Onorato Gaetano d’Aragona
MONASTERO S. FRANCESCO
<< La costruzione di questo tempio rimonta ai principi del XIII secolo, e le locali cronache dicono, che lo stesso S. Francesco avesse in quel sito edificato una piccola chiesa con poche stanze, in una delle quali abitava; ma nell’anno 1285 re Carlo II d’Angiò fece ampliare la chiesa ed il convento.
Lo stile della sua architettura era di gotico acuto, ma svisato da aggregazioni inconsulte fatte dai Padri osservanti dell’ordine Francescano. Molte nobili famiglie gaetane vi tenevano le loro cappelle gentilizie, fra le quali primeggiavano sei di casa Gattola, ed in una di esse presso l’altare di S. Francesco stava un superbo sarcofago di marmo di Riccardo Gattola – Vi erano le cappelle dei Gaetani, Guastaferri, Ceccano, Mostaca, ecc. In essa era eretto il Real Monte di S. Giacomo deli Spagnoli.
Ma nel 1809 la soppressione di questi enti regolari fece ridurre al nulla la chiesa, e quei monumenti furono gettati sulla pubblica via. Il monastero fu destinato ad ospedale militare. >>
LE CHIESE DI GAETA
di G. Allaria
SAN FRANCESCO
<< Secondo una pia tradizione, peraltro confermata da storici contemporanei, “ valde hunc dilexit Franciscus”, – dice il Widding, la prima chiesetta fu costruita nel 1222 dallo stesso Santo: in essa “ il Santo si ritirava a pregare, dopo aver martoriato la propria carne sulle spine di una siepe vicina”
Si trattava di una modestissima costruzione di pietra locale , senza alcun ornamento; era poco più grande di una normale stanza. Accanto erano poche camere ove riposava brevemente il Santo, con i suoi compagni, dai gaetani vivamente sollecitato a sostare nella loro città.
Nel 1285 Carlo II d’Angiò ampliò la primitiva costruzione ,accogliendo le richieste dei sudditi;e, ammirato per la devozione del popolo e per l’opera ammirevole dei frati, la volle di suo patronato, imponendo le proprie armi sul portone del Tempio.
Nel 1295, come umile francescano, venne a Gaeta S. Ludovico di Francia, che, con offerte sollecitate e con donazioni ottenute anche in virtù del prestigio personale, completò la fabbrica della Chiesa e del Convento: la vecchia chiesetta, così cara al cuore dei gaetani, fu conservata e divenne poi l’oratorio.
Alla chiesa giunsero offerte sempre più consistenti e donazioni cospicue, come il lascito testamentario di MARIA MOSTACA, del maggio 1357; la straordinaria munificenza della ricchissima donatrice si spinse fino a finanziare l’invio di una persona in pellegrinaggio “ ad Sanctus Franciscum de Assisio”- Volle essere sepolta, con il saio della povertà, lei che tutto aveva avuto.
Nella chiesa ebbero sepoltura nobili, in maggioranza spagnoli:
“ Calandosi dal Chiostro per venire in questa chiesa, prima dell’ingresso al coro, si vede un magnifico e fastoso sepolcro di marmo eretto al Cardinale Bartolomeo de Uliariis della città di Padova, legato pontificio, spedito, siccome voglio io credere, in Gaeta, dove nell’anno 1396 dominava il re Ladislao colla sua corte, e quivi nel dì 16 aprile del detto anno la morte venne a visitarlo. La cassa, in cui fu collocato, poggiava sopra il dorso di due leoni anche di marmo, li quali ai tempi nostri sono stati trasportati sopra il convento per ornamento di una fontana, sicchè ora sta situata sopra una base di fabbrica. “
Anche le cappelle gentilizie erano numerose e godevano di rendite cospicue con obbligo di messe; i Transo, tra gli altri, vi avevano una cappella nella quale erano solito seppellire tutti maggiori esponenti della famiglia. Poi, senza alcun motivo, a nostro avviso, che la scomparsa delle nobili famiglie spagnole e con un pressoché completo abbandono da parte dei facoltosi gaetani, più disposti al mantenimento “ delle esposite” e dei poveri affidati alle cure della Annunziata, la chiesa di San Francesco non ebbe più elemosine sufficienti al suo mantenimento.
La bella chiesa fu trascurata ed il convento, si spopolò di novizi e di frati. Comunque, restò sempre aperta al culto fino al 1809, anno nel quale i francesi lo adibirono ad ospedale militare il convento, “ sconvolgendo e distruggendo anche le tombe e le cappelline della chiesa”; e quando anche il monastero fu insufficiente a ricevere i feriti e gli ammalati del Battaglione Provinciale, ad essi fu offerta la chiesa di San Martino, che fu occupata.
La chiesa spogliata e violata, fu usata come deposito di paglia e rifornimentidelle truppe francesi, che ormai dominatrici nella città, spadroneggiavano nel Tempio devastato. >>
Bibliografia . Aranci , Gilberto . ” I cento cardinali di Firenze . Serie cronologica . ” a Firenze EI Suoi cardinali : studi offerti al carta . Silvano Piovanelli del Titolo di S. Maria delle Grazie a via Trionfale , Arcivescovo emerito di Firenze , in Occasione del XX anniversario dell’elevazione alla Dignità cardinalizia , 1985 , 25 maggio , 2005. A cura di Gilberto Aranci ( Firenze : Pagnini Editore, 2005 ( Pubblicazioni dell’Archivio Arcivescovile di Firenze ; Studi e testi , 9 ) ) , p . 30 , n. 4; Berton , Carlo. Dictionnaire des Cardinaux , contenant des nozioni générales sur le cardinalat , la nomenclatura completa … , des Cardinaux de tous les temps et de tous les pays … les détails biographiques essentiels sur tous les cardinaux … de longues études sur les cardinaux célèbre …. Parigi : J.-P. Migne , 1857 , Edizione in facsimile . Farnborough , Gregg , 1969 , col. 1285 , Campana , Augusto . “Lettera del cardinale padovano un Coluccio Salutati ” , in: classica , medievale e rinascimentale . Studi in onore di Berthold Louis Ullman , a cura di Charles Henderson jr , II , ( Edizioni di Storia e Letteratura : Roma 1964 ) . , P . 237-254 ) , Cardella , Lorenzo . Memorie storiche de ‘ cardinali della Santa Romana Chiesa . Roma : Stamperia Pagliarini , 1793 , II , 314 ; Chacón , Alfonso . Vitae , et res gestae Pontificvm Romanorum et SRE Cardinalivm ab initio nascentis Ecclesiae vsque annuncio Vrbanvm VIII . Pont. Max . 2 volumi . Romae : Typis Vaticanis , 1630 , II , col. 706-707 , n. 2; Cristofori , Francesco . Cronotasi dei Cardinali di Santa Romana Chiesa . Roma : Tipografia de Propaganda Fide , 1888 , p . 132 , uova , Georgius Josephus . Purpura docta , seu , Vit vitae, legationes , res gest vitae, obitus , scitu aliaque , ac memoratu Digna , & c . S.R.E. Cardinalium . Sei libri in tre voll . Farnborough , Hants , Inghilterra : . Gregg Internazionale , 1970. Originariamente pubblicato : Francofurti : Prostant & veneunt apud Joannem Georgium König , 1714, II , 497-498 : ” Essai de Lista générale des cardinaux VI Les cardinaux du Grand schisme ( 1378-1417 ) Annuaire Pontificio Catholique di Parigi 1931 : . . . . Maison de la Bonne Presse , 1931, p 137 , no 2; Eubel , Conradus e Gulik , Guglielmus van Hierarchia Catholica Medii Aevi Volumen I ( 1198-1431 ) Monaco di Baviera : . . . . . Sumptibus et Typis Librariae Regensbergianae , 1913 , ristampa , Padova : Il Messaggero di S. Antonio , 1960 , pp 25 , 46 , 88 e 250; Gams , Pio Bonifazio Series Episcoporum Ecclesiae catholicae 3 v in 1 Graz: . . . . . Akademische Druck – u Verlagsanstalt , 1957, p 665 e 749 , Moroni , Gaetano Dizionario di erudizione storico – ecclesiastica da S. Pietro sino ai Nostri Giorni 103 voll in 53 Venezia : . . . . . Tipografia Emiliana , 1840-1861 , XLVIII , 287 , Venezia , Giafrancesco da “Fra Bartolomeo degli Uliari . “La Resegna Nazionale , LIX ( 1891) , 776-787 .
Links . La sua incisione , Biblioteca , Archiginnasio di Bologna , Bologna , Italia , e la stessa incisione e le sue braccia .
( 1) Questo è secondo tutte le fonti consultate tranne Eubel , Hierarchia Catholica Medii Aevi , VI , 25 , 46 , 88 e 250 , che dice che è entrato all’Ordine di San Benedetto ( Benedettini ) . Niether Umberto Betti , I cardinali dell’Ordine dei Frati Minori . Presentazione di Alberto Ghinato . Roma : Edizioni Francescane , 1963. ( Orizzonti Francescani . Collana di cultura francescana , 5 ) , né Remigius Ritzler , “Io cardinali EI papi dei Frati Minori Conventuali . ” Miscellanea Franciscana , LXXI ( Gennaio – Giugno 1971) , Fasc . I- II , lo elenca tra i cardinali francescani.
( 2 ) Chacón , Vitae , et res gestae Pontificvm Romanorum et SRE Cardinalivm , II , col. 707 , che dice che era un francescano conventuale , indica che i seguenti due iscrizioni sono state collocate sulla sua tomba :
Gaeta, 26 dicembre 2013
Giuseppe Pignatiello